L’eco della tua separazione
come onda concepita a distanza
rende precaria la mia presenza
in un tempo che langue nei ricordi.
Vorrei che tu mi abbracciassi ancora
nelle ore tiepide del mio giardino
agghindato per la festa dei boccioli
profumati dal nuovo risveglio.
Ma tu sei lontana, libera di perderti
nelle note di una chitarra gitana,
di trasformarti nelle piogge
che non raggiungono il suolo,
sull’eteree cime innevate
e affacciarti a nuova vita,
bucaneve a primavera
ch’esala respiro di speranza,
mentre la mia sbiadisce tra le dita.
Bucaneve a primavera
di Sante Serra (Bologna)