Chissà se devo ancora a te
questa notte senza sonno,
con dentro l’urlo di un dolore muto
e un bisogno nuovo di sfinirmi
di passi senza scopo.
Ti ho visto ieri pieno di sole
dove ti avevo già incontrato
in carne e ossa e vita,
in uno fra i tanti posti
ove per me esisti ancora.
Ci siamo scambiati un ritornello
e una risata, che ancora echeggiano
sotto quel balcone,
incapaci di svanire nel ricordo,
per mancanza di altro presente.
Chissà se tornerai a trovarmi i
n questa notte di ottobre,
quella in cui ho imparato
che il dolore più grande non si dice
e che volere bene è un verbo infinito.
Io mi farò trovare sveglia,
per mostrarti la mia ferita d’oro
là dove ti ho perso,
là dove custodisco per sempre
il dono di averti trovato.