In silenzio sono entrata
da quella porta
come un ladro,
che teme di destare
ricordi solo assopiti.
L’odore freddo
dai muri disabitati
ha investito i miei occhi,
chiusi a impedire le lacrime.
Ho spalancato la finestra:
il profumo buono del prato
si è appoggiato morbido
sulla tovaglia
dalle piccole rose in fila
sbiadite;
voci, volti, risa
si sono riversati pieni di vita
nella stanza illuminata dal sole,
sono tornati il calore della stufa,
il buon odore di polenta,
la candela accesa durante la tempesta.
In fondo alle scale,
i richiami degli amici
insistevano perché il gioco
attendeva ormai da tempo.
Sulla cassapanca
ho abbandonato la nostalgia
e ho ripreso i miei dieci anni
consegnandoli al vento.
Ritorno
di Paola Meroni