Cielo acceca, cecità cetra d’incoscienza.
Vorrei essere cielo, così da possederti.
Terra trafigge, ferita faretra di desiderio.
Vorrei essere terra, così da sorreggerti.
Città, io ti desidero.
Come corpo desidera corpo. Come ateo desidera ateneo.
Città, io provo disprezzo.
Passato, presente, futuro. Valori, virtù, verità.
Città hai derubato.
Ero vergine, tu hai stuprato.
Città, ero solo figlio, ora nel ventre porto figli tuoi.
Disperazione, solitudine, paura.
Città, sei tossina.
Ingordigia alimenta veneficio. Opprimi, sei male redditizio.
Carne chiama carne, sangue chiama sangue; odio chiama odio.
Sete assassina, ornaci. Saremo mercenari, cadremo per sterline, euro, dollari.
Città, sarò parassita, ospitami. Moriremo assieme da sconosciuti: orfani
Bianchi come il latte, rossi come il sangue; rendici asettici, ingranaggi, insetti
Rendici insignificanti, apostrofi, insegnaci a venerare lusso, apostoli.
Questa non è lussuria bensì porno, non provo disgusto ne desidero introito.
Prendimi accolito, chi prima ci ha sfruttato ci è stato di ammonito.
Inganno come mezzo unico. Denaro come fine ultimo. Droghe come sintetico ludico.
Città, rendimi apatico, prenditi coscienza, donaci un attico,
Un atelier, puttane, sommelier, che dignità, si perda tra vino e vanità.
Città, io ti odio; eppure, io ti amo.
Mi hai reso anonimo, un passo su asfalto.
Mi hai reso cemento, un fiore del male.
Questi palazzi, queste auto, queste strade
Queste valigette, questi tacchi, queste cravatte
Queste luci, questi negozi, questi uffici
Queste finestre, queste statue, questi graffiti
Questi volti, queste strette, questi sorrisi
Questi scambi, questi soldi
Questo cappio
Non respiro.