Attendo la fine della tristezza
come un albero senza più linfa.
M’aggrappo alle stelle d’autunno
per ricordare le stagioni passate.
Perduti su sentieri impervi,
si rincorrono i miei pensieri,
come agnelli senza più madre.
In me una solitudine profonda:
la mia essenza è priva di radici.
Un acero acceso d’oro giallo
ascolta la voce del mio pianto.
Fonde le mie lacrime amare
con la pioggia, attesa sposa
di una terra assetata di vita.
Un airone, vestito di bianco,
dispiega le ali verso il cielo
come se fosse in preghiera.
Spicca un volo per me ignoto
e il suo corpo muta nel vento.
Il mio animo rapido lo segue,
lasciando su questa terra
tracce della mia presenza.
Sulla rotta di un airone
di Franca Calcabotta