Ti verrò a cercare
quando escono i pescatori
e il buio si stende sull’acqua salata.
Ti cercherò, in una ruga più netta
sul mio volto allo specchio;
nell’ora in cui s’aprono
spensierate le belle di notte
come delizioso scampanellio
e nell’accendersi di una risata
ricordi di violette e bambole spettinate.
Ti chiamerò, nel mio museo delle cere
con il suono severo di un pendolo
nel cullarmi di un dondolo
e le fusa dei gatti
mentre l’anziana signora
accudisce i suoi fiori.
Ti ascolterò ancora
nel desio di un mare di notte
e la città acquieta il suo fragore
osservata da manichini attoniti
dietro vetrine oscurate
intrappolati da serrande abbassate.
Ti troverò felicità, in attimi da vivere
nel disordine di fogli sparsi
una poesia da scrivere
tra sole e luna, celeste e cielo rosso
tra il sonno e le briciole della cena
senza chiedermi se ci sei stata oggi
se ci sarai domani
senza distanze da accorciare
minuti da contare
spauracchi di rimpianti da rinnegare
e rimorsi da rimuginare
come l’amante di un presente
che è già irrimediabilmente passato.
Tra il tramonto e la notte
di Cristina Angela Broccoli