Mi piacciono le altezze raggiunte dagli alberi
perché non privano mai di troppo spazio il cielo,
foglie come pensieri
e s’intravedono le nuvole;
mi piacciono le fragilità,
specie quelle fatte di mattoni,
con le finestre aperte sul mondo
e quella sensazione dell’esser sempre nudi;
mi piace la vitalità del verde,
l’eterna speranza
che rende liberi,
diversamente al mondo,
l’essere frugali,
migranti nei pensieri
e le parole
i nascondigli,
poi
due ali di farfalla
e un battito di ciglia.
Tra le foglie
di Angelo Capalbo