In un antico bosco degli Appennini, un ragnetto ascoltava il vento tra gli aghi di un abete.
La sua mamma gli parlava sempre di un albero di mele cresciuto al limitare del bosco: – oh come sarebbe bello tesoro mio, poter vivere su quell’albero! I suoi fiori profumano e le mele sono bellissime da guardare quando diventano rosa! –
Lo stupore nelle parole della sua mamma risuonava anche nel cuore del ragnetto.
Passavano nel bosco gli scoiattoli, le volpi, i lupi e il ragnetto chiedeva loro se avessero mai visto un bellissimo albero di mele. La loro risposta però era sempre la stessa.
– Nel luogo di cui parli un albero c’è, ma è completamente spoglio. Di bello non ha nulla.
Ben nascosto tra i rami dell’abete, il ragnetto si riparava dal freddo dell’inverno al calduccio nella sua ragnatela.
– Mamma, tutti gli animali dicono che l’albero di mele non è per niente bello, perché?
– Siamo in inverno ragnetto mio, vedrai che in primavera non sarà così. Anche gli animali te lo diranno.
Il ragnetto però era incerto. Come poteva un albero mutare di aspetto? Il suo abete era sempre verde e bello.
Una mattina di fine inverno una brezza leggera soffiava tra gli alberi. Il ragnetto giocava a dondolarsi sulla sua ragnatela.
– Ti diverti?
Sorpreso, si voltò ma non vide nessuno. La vocina allora rise: – sono il vento.
– Però non ti vedo.
– Non puoi vedermi ma sentirmi cantare sì. E se riesci a dondolare è grazie al mio soffio.
Il ragnetto sorrise, aveva avuto un’idea.
– Vento, tu sei ovunque, conosci l’albero di mele al limitare del bosco?
– Certo che lo conosco.
– Com’è fatto? Gli animali del bosco dicono che non è bello.
Il vento rise di nuovo.
– Perché ridi?
– Sono il vento, io so tutto, sono ovunque.
– Vorrei sapere dell’albero di mele che piace tanto alla mia mamma.
– L’albero di mele ora sembra privo di vita ma presto sbocceranno fiori profumati e da questi nasceranno delle bellissime mele rosa di montagna. In inverno perde le foglie e resta spoglio ma solo per riprendere vigore in primavera.
Incantato dalle parole del vento, il ragnetto prese una decisione: – vento, tu puoi portarmi sull’albero di mele?
– Posso di certo, devi solo aspettare che la mia brezza leggera aumenti d’intensità.
– Voglio fare un regalo alla mia mamma, portarla con me e trasferirci a vivere lì.
– Se è ciò che hai nel cuore, così sia.
Riposta la sua fiducia nel vento, il ragnetto raccontò alla mamma l’accaduto.
– Ragnetto mio, la tua idea è molto bella ma il vento potrebbe anche essere pericoloso. Se fosse troppo forte potrebbe spazzarci via.
A questo il ragnetto non aveva pensato ma non voleva rinunciare solo per paura. Rimase pensieroso.
Arrivò la primavera con la sua esplosione di colori e profumi, e tornò anche il vento.
– Siete pronti per andare? Vi avviso, il cambiamento non sarà semplice ma se restate bloccati dalla paura del mutamento non saprete mai cosa c’è di bello.
Il vento ispirava fiducia, anche la mamma si convinse. Intrecciarono le loro tele e si lasciarono trasportare dal soffio intenso ma delicato del loro nuovo amico.
Fuori dal basco i colori apparivano ancora più chiari, un mondo nuovo da scoprire. Il vento li posò sul ramo del melo che iniziava ad avere le prime foglie. Era bellissimo.
– Grazie vento, sussurrò il ragnetto emozionato.
– Grazie di cuore, aggiunse la mamma commossa.
– Oh no, sono io a ringraziare voi. Quando la fiducia è più forte della paura, ci si accorge che sì, le cose brutte accadono, ma allo stesso tempo ce ne sono di molto belle che, se non ci lasciano andare, non scopriremo mai.
Si salutarono così. Il ragnetto e la sua mamma iniziarono una nuova vita e il vento riprese a cagare facendo da colonna sonora col suo canto. Vento che, di tanto in tanto, riportava il profumo degli abeti fino all’albero di mele a intrecciarsi con quello dei fiori e dei frutti.
Chiedilo al vento
di WILLIAM VECCHI dell’Istituto comprensivo di Macerata