Proprio ieri, nella città di Fantiessa è successa una cosa stranissima, ora ve la racconto:
“Era una bella giornata d’estate a Fantiessa la città dove vivono tutti gli scrittori dei racconti fantastici, quelli che sono principianti e quelli che sono professionisti. Ad un certo punto, però, iniziarono a cadere parole e frasi dal cielo, ogni foglia aveva una parola scritta sopra e tutto, intorno a Fantiessa, era ricoperto di parole e frasi. Gli abitanti non persero tempo, presero un libro con tutte le pagine bianche e lo scotch o la colla e andarono ad acchiappare le parole e le frasi per fare un nuovo libro. Per tutta la giornata si potevano vedere gli abitanti di Fantiessa correre da una parte all’altra a prendere le parole e le frasi che gli servivano. C’era quelli che facevano a gara per la stessa parola, quelli che si ammassavano uno sopra l’altro e c’erano anche quelli che si spingevano e che si davano gli schiaffi pur di prendere una parola. Insomma, all’inizio era una città di felici scrittori, e invece adesso era diventata una città di arroganza e distruzione! Poi però uscì di casa un bambino di circa 3 anni, con il suo quadernetto di 5,6 pagine in mano. Si sdraiò su un mucchio di parole e iniziò a prendere una parola, e poi un’altra, le trascriveva sul suo quadernetto, e poi le lasciava volare via. Scriveva delle parole a caso, quelle che gli capitava di prendere, senza che ci fosse un senso. C’era scritto così: “Topo canto quadro occhi scarpe gelato…”ma poi trovò una parola spezzata, strappata da qualcuno che non era riuscito a prendere neanche una parola, e stufato, era andato via. Aveva in mano un “sta” ma non riusciva a trovare l’altro pezzo e quando lo trovò , non gli piacque la parola che aveva composto e che era “stanco” allora decise di inventare un’altra parola, scrisse “sta” e ci aggiunse “mpa” le iniziali del suo nome e del suo cognome “Mario Pasio Alessio”. E poi pensò cosa potesse significare… Dopo un po’ arrivò sua mamma che, vedendo la parola che aveva inventato suo figlio, pensò la stessa cosa di Mario e guardando il piccolo quadernetto pieno di parole e le stesse parole che aveva scritto Mario ma lasciate in strada, trovò il significato e disse a Mario: ”Ho trovato il significato della parola che hai inventato!” stette zitta un attimo e poi continuò: “Stampa significa ripetere, ricopiare più volte, come hai fatto tu!”. Il piccolo Mario fece segno di sì con la testa. Da quel giorno si tramandò quella parola di generazione in generazione ma non solo, cambiò la vita a Fantiessa.
Inizialmente si copiava a mano, e poi si è cominciato a stampare con una macchina. La città di Fantiessa grazie a questa invenzione tornò una città felice e gli abitanti di Fantiessa smisero di fare la gara. Ora si aiutano a scrivere le storie, si mettono seduti in cerchio e si aiutano a vicenda. Hanno inventato anche un libro tutti insieme, si intitola “La guerra di parole”. Ogni giorno scrivono storie tutti insieme e poi le copiano così che ogni persona possa avere quei libri”.
Oh, adesso ho finito il racconto da mandare al concorso, aspettate un attimo prima di andare via, vi avevo detto che ho inventato io questa storia? Perché in realtà…Non è mai successo niente di tutto questo.
Una parola nuova
di LIDIA SCARSINI della Scuola Primaria Pizzigoni di Saronno